Manchester: 2 nascite e un lifting
Manchester e' una citta' con una storia breve, due nascite e un lifting. La storia e’ breve, ma non assente, perche’ sono presenti ovunque i segni dell’inizio. La prima nascita corrisponde con l’alba della prima rivoluzione industriale, quando qui vengono inventati i primi telai mossi dal vapore, e i carichi di cotone proveniente dall'America cominciano a venire trasformati in tessuti per tutto l’Impero inglese. La seconda nascita avviene quando questi carichi smettono di passare da Manchester e la citta' inizia il suo declino, in una societa' che ormai non e' piu’ industriale. Tutte due le "nascite" lasciano segni evidenti nei palazzi e nelle vie che si incontrano camminando. Se dovessi dire quale e' il segno piu' presente, forse direi quello della seconda nascita, quello della "crisi". Una crisi iniziata 60 anni fa e passata attraverso gli anni della Tatcher che qui hanno lasciato il segno.
Oggi la citta' cerca di passare attraverso una terza nascita. Diventare una citta' post-industriale. Sostituire il vetro al mattone rosso, le banche e le imprese di servizi informatici ai laboratori industriali. E' un modo per salvarsi, e la cura funziona. Il centro della citta' e' per certi aspetti un gioiello, degno di una capitale. Dove una bomba dell'IRA ha distrutto nel 1998 un intero quartiere, e' stato costruito un nuovo complesso di centri commerciali insediati in palazzi modernistici. La vecchia stazione ferroviaria e' diventata un centro-congressi. Le gru che si intravedono all'orizzonte sono tante e estremamente alte, quasi a richiamare nuovi grattacieli. Anche lo Stato sta cercando di contribuire, trasferendo qui’ strutture che prima erano a Londra, facendovi disputare i Giochi del Commonwealth, portando finanziamenti. Sembra che la citta' si stia scrollando di dosso la polvere rossa del mattone, che i soldi riprendano a girare dopo gli anni della crisi.
Ma basta allontanarsi 300 metri dai grattacieli e si ripiomba nel mattone, e nelle case operaie. Accanto al centro e all’universita’, tutto ha l’impressione di essere rimasto fermo a trent’anni fa. Ci si rende conto come la rinascita sia soprattutto una vetrina. Piu’ che una nascita, per ora e’ un lifting. E' come trovarsi sul palco di un teatro, dove ricominciano ad esibirsi le compagnie che vengono dalla capitale, e poi scoprire che nel retroscena la vita dei costumisti e dei truccatori continua piu' o meno come prima. O forse le cose vanno meglio di prima, perche' se la compagnia ha ripreso a lavorare, a fine giornata aumenta il pane anche per i comprimari. Ma le case rimangono le stesse, i mattoni pure, e hanno ancora l'apparenza della crisi.
Nel mio ruolo di studente-turista, io mi godo la vetrina, sperando di tornare fra trent’anni e trovare al posto del lifting un nuovo bambino.