mercoledì, settembre 14, 2005

Me, myself and cricket

Se vi capita di sintonizzarvi attraverso il satellite su una televisione inglese e vedere un giornalista che commenta la vittoria della nazionale inglese di cricket contro l'Australia, con alle spalle una folla festante in una piazza di Manchester, soffermatevi sulla folla. Probabilmente potreste riconoscermi. Per riconoscermi tra tutta quella gente, e' sufficiente che facciate tre mosse:
1) non considerate quelli che hanno una birra in mano;
2) non considerate gli indiani, pakistani e i sikh;
3) non considerate quelli che si stanno divertendo.
Ora che sicuramente mi avete riconosciuto, e avete visto la mia faccia attonita, voglio spiegare la ragione di questo mio sbigottimento... e cioe' il cricket. Da quando sono arrivato le prime pagine dei giornali (di tutti i giornali) sono monopolizzati dalla finale di "The Ashes", cioe' una tradizionale sfida di cricket. Anche stamattina, non sapendo di cosa parlare visto che il torneo e' ormai finito da due giorni, "The Sun" ha sbattuto in copertina un primo piano del protagonista della vittoria inglese, con due occhi moribondi e il volto completamente gonfiato dall'alcool, per mostrare gli effetti dei festeggiamenti del dopo-vittoria.
Ho deciso quindi di non accettare supinamente questa situazione e ho provato a documentarmi su questo strano sport ... impossibile! non ho capito nulla! la cosa piu' chiara l'ho trovata sul sito della federazione italiana di cricket (e so di stupire molte persone affermando che esiste una federazione italiana di cricket). Per rendere conto della impenetrabilita' e della "britishness" di questo gioco cito quattro elementi:
- il campo non ha dimensioni regolamentari (potrebbe essere grande quanto la vostra vasca da bagno o come tutto il territorio dello Sri Lanka):
- le partite durano 5 giorni e non sempre alla fine qualcuno vince:
- le squadre giocano con un completo completamente bianco, corredato da un gilet di cachemire, e anche da un cappello di paglia nel caso degli arbitri (e inoltre quando lasciano il campo il loro vestito e' ancora immacolato)
- come mi fa notare il mio amico Davide, il circket potrebbe benissimo essere definito il "gioco del Commonwealth", visto che vi prendono parte solo nazioni che facevano parte dell'impero britannico (Indie Occidentali, Sri Lanka, Pakistan...)
Chiudo con una nota di colore: il nome del Trofeo e' "The Ashes" (le ceneri) perche'nel 1882, gli australiani, dopo aver distrutto l'Inghilterra, bruciarono i paletti del cricket, raccolsero le ceneri in un'urna e la donarono all'Inghilterra come simbolo delle "ceneri del cricket inglese". Quest'urna e' conservata in un museo e venerata come cimelio... e questo forse e'un quinto motivo per cui non posso capire lo spirito del gioco.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bè, se non fosse che adoro il cashemere direi che di questo sport mi interessa davvero poco. Però pur odiando questi fuckin' british imperialist, vista la tradizione delle ceneri non posso non apprezzare il loro spirito sportivo, che a noi invece manca, facendoci litigare ogni domenica (e portando a manifestazione di palenze demenza quali il processo di biscardi). Però potrei darti almeno tre consigli per unirti a buon diritto ai festeggiamenti british:

1)prova a farti una birra (lì hanno un sapore particolare). Anzi meglio se più di una ripetutamente.

2)prova a farti una indiana, una pakistana, una sikh (hanno una pelle splendida). Anzi meglio se più di una ripetutamente; per ogni tipo chiaramente (sempre che tu ce la faccia).

3)Ancora non ti diverti?

7:48 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ho visto le foto delle inquiline...



...sono perplesso...
Mah,cmq sempre meglio del Malawense..ma povero DJ Colossus!
Per immedesimarmi nello spirito british di questo blog,oggi sono andato a Bergamo a provare una Lotus:
è un sogno su 4 ruote.
Se un qualche pusher te ne offre una per 10 euro (come fanno i tunni a bologna con le bici),non esitare a fare l'investimento:-)

7:16 PM  

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