sabato, dicembre 24, 2005

Merry Christmas

A tutti lettori e lettrici, telespettatori e telespettatrici, elettori ed elettrici, amici che ci state guardando da casa comodamente seduti sul divano.. auguri di buone feste.

P.S. ho ricevuto una mail minacciatoria dalla mia coinquilina francese (ora a Manchester) che mi ha detto che siccome il pezzo di Xmas Pudding che ho improvvidamente lasciato nel frigor comincia a puzzare (non che prima avesse un buon profumo), al mio ritorno me lo ritroverò sul letto.

martedì, dicembre 20, 2005

Manchester - Malpensa: Episode II

'Si informano i gentili viaggiatori che abbiamo iniziato la procedura di atterraggio. Il cielo su Milano è limpido e la temperatura è di 3 gradi sotto zero' Cosa???? State scherzando? 3 gradi sotto zero! voglio tornare indietro, girate l'aereo per favore. Come non si può? E allora tiriamo dritto. Dritto fino a Palermo, o magari a Luxor! Un Natale a Luxor è sempre stato il mio sogno da bambino, o almeno da quanto ho visto 'Vacanze di Natale in Egitto' con i mitici Christian De Sica e Massimo Boldi.
Comunque sono arrivato in Italia. Un piccolo shock culturale. Per fortuna me ne riparto presto, spero prima di riprendere la routine italiana.

lunedì, dicembre 19, 2005

Goodbyes e altre cose sentimentali

Sono in partenza. Stamattina ho preparato la valigia. Ho messo dentro solo i libri che ho comprato e i regali natalizi e arrivo a 22 chili. Spero nella clemenza delle hostess Alitalia, e che non mi facciano pagare la sovratassa (ma a Natale siamo tutti piu' buoni, e potrei far notare loro che nonostante prendano uno stipendio faraonico, hanno fatto piu' scioperi dei metalmeccanici della Fiat e quindi non mi sembra il caso di prendersela con i miei due chili di valigia in piu').
Comunque, tornando al tema, parto domani pomeriggio con arrivo previsto in serata (perdere un ora per colpa del cambio di fuso e' molto irritante... e' come stare un'ora su un treno fermo tra Anzola e Vignola). Ma molti miei amici sono gia' partiti. Stamattina ho salutato Ramona (coinquilina tedesca) che non tornera' a gennaio... baci di rito, abbracci, auguri di buon natale, auguri di buon viaggio, auguri generici per il futuro... e un grosso imbarazzo. La stessa cosa e' stata ieri quando ho salutato altri compagni di viaggio che non rivedro'.
Ci si dice 'Goodbye', ma non so se e' lecito tradurlo con 'Arrivederci'. In questo caso e' piu' plausibile tradurlo con 'Addio'. Ma nella nostra lingua Addio e' una parola ormai relegata al mondo delle opere liriche e dei romanzi rosa, con una connotazione tragica nettamente non consona ai miei goodbye. Goodbye, inizia con 'good', invita al sorriso. E' un ringraziamento reciproco per quello che si ha avuto e dato dagli altri (oltre naturalmente a una frase di rito).
Pensandoci, mi sono reso conto che e' stata la prima volta che ho detto 'addio' a un amico. Di amici ne ho persi vari e dimenticati tanti. Alcuni amici si perdono per stanchezza, per incuria, per mancanza di volonta' nell'oliare quei riti che stanno dietro a un amicizia. Altri si perdono perche' le nostre vite prendono delle svolte, improvvise o meno, perche' si cambia scuola o citta'. Altri si perdono in modo violento, litigando. Ma sono tutti distacchi (o 'perdite') silenziosi, inconsapevoli, o di cui ci rendiamo conto in seguito. Sono distacchi non espressi da parole o formule, non codificati.
In tre mesi a Manchester non mi sono creato amicizie cosi' forti il cui distacco provochi dolore (a parte forse la mia coinquilina francese che pero' rivedo a gennaio), ma nonostante questo rimane sempre un retrogusto di amarezza e di insicurezza. Probabilmente perche' non siamo dotati del giusto set di frasi fatte e gesti che usiamo per sanare le altre ferite, piccole o grandi che siano.

Farewell Parties n.2


Magno gaudio nuntio vobis habemus carbonaram. Con sommo piacere e solenne autocompiacimento, scrivo che la cena natalizia di venerdi' sera (con seguente party di addio in nottata) e' andata benissimo.
Il lauto menu prevedeva(ndr. lauto se comparato a quello che si mangia qui... non fate paragone con quello che vostra notta vi sta preparando sotto Natale):
- antipasto di bruschette varie farcite con olio d'oliva (una prelibatezza qui), salame di Felino (molto apprezzato dai tedeschi), English cheddar (formaggio locale) o parmigiano
- 1 chilo e mezzo di carbonara
- 2 quiche lorraine
- 1 panettone
- 3 bouche de noel (dolce tipico francese)
Il tutto annaffiato da Chianti, ma di quello comprato al supermercato a 5 euro (naturalmente opera dei tedeschi).
Non e' rimasto nulla... e' questo e' prova tangibile dei miei miglioramenti in cucina.

P.S. la ragazza nella foto e' Ramona, la mia coinquilina tedesca. Naturalmente non sta assaggiando la cottura, visto che normalmente per capire se gli spaghetti sono pronti i tedeschi e i francesi ne prendono un e lo lanciano contro il muro e guardano se rimane attaccato.

venerdì, dicembre 16, 2005

Farewell Parties (Feste d'addio)

Mentre il tempo diventa sempre piu' mite (e la pioggia rara) quasi non mi sono accorto che ci stiamo avvicinando al Natale, anche perche' qui gli alberi di natale e gli addobbi natalizi sono stati messi all'inizio di novembre e quindi ormai ci ho fatto l'abitudine. A ricordarmi il fatto che tra 5 giorni me ne torno in Italia sono state le partenze degli altri. Ieri le prime a partire sono state Jennifer (ragazza svizzera) e Eva (la mia coinquilina tedesca che temo non rimpiangero' minimamente). Inoltre la maggior parte degli studenti erasmus non torneranno dopo Natale (in particolare i nordici e i tedeschi) tanto che a gennaio mi trovero' per un paio di settimane come l'unico occupante della casa.
Per salutarsi, le tradizionali (e ormai scontatissime) feste Erasmus sono state trasformate in Farewell Party. Il succo e' sempre lo stesso e anche le persone sono le stesse, pero' l'atmosfera e' piu' malinconica e i tedeschi molto piu' ubriachi (oltre naturalmente al fatto che le foto commemorative si sprecano a milioni). Cosi' sabato scorso c'e' stato il primo Farewell Party a casa di Martin e Elizabeth. Mercoledi' cena con le mie coinquiline in un 'noodle bar' (ristorante cinese-tailandese molto carino). E stasera infine facciamo l'ultima festa a casa nostra ma siccome di Farewell Party ce ne sono gia' stati a bizzeffe, Laura ha deciso di dargli un tono natalizio e trasformarlo in una 'Xmas dinner' con tanto di musiche a tema e addobbi sparsi per la casa. La parte culinaria e' riservata a me: il menu prevede bruschette varie come antipasto (dove sacrifichero' quel che rimane del mio parmigiano e salame), un chilo e mezzo di carbonara, e delle quiche lorraine come secondo (naturalmente comprate al supermercato). Per finire Christmas Pudding come dolce.
Poi, da quando mi svegliero' domani mattina, o piu' probabilmente domani pomeriggio, comincero' a pensare al ritorno. Mettero' da parte quelli che lascio e pensero' al piacere di incontrare le persone che ritrovo. Ma tra i due passi, c'e' il passo piu' difficile, martedi' in aeroporto.
Mi chiedo come sara' gennaio quando, dopo aver consegnato i miei saggi, mi trovero' con la maggior parte dei miei amici e delle mie coinquiline andatesene, e una citta' da riscoprire sotto un altro punto di vista. A gennaio gli addii saranno rivolti non alle persone ma alla citta'.

P.S. A tutti i bolognesi (Cofferati compreso). Giovedi' 22 io faccio un salto a Bologna. Se poi si fa una cena da Max come proposto da Nik io sono estremamente contento.

mercoledì, dicembre 14, 2005

Manchunian winter

Oggi la temperatura e' di 8 gradi e la minima non scendera' sotto i 6, nonostante il sole non abbia fatto capolino. La giacca e' quasi inutile. Considerato che siamo a dicembre, e negli altri anni in questi giorni lottavo contro il gelo attendendo l'interregionale delle 7e17 per Bologna avvolto da una nebbia infernale, questo tepore e' fonte di enorme gioia. Comincio a scoprire a poco a poco i pregi nascosti del clima inglese. Peccato che siano nascosti molto bene.

giovedì, dicembre 08, 2005

Trip n.4: Brighton


Lo scorso week-end sono finalmente sceso al Sud, fino a Brighton. L'occasione mi e' stata fornita dal fatto che li sta facendo il suo Erasmus Elena (nella foto), una amica di Bologna che fino a giugno stara' all'University of Sussex. Brighton e' una citta' sulla Manica, decisamente carina, europea, piena di splendidi vicoli contorti che si dipanano nel centro, molto turistica e un po' posh (e' dove i londinesi vanno a svernare d'estate), patria della comunita' gay inglese (40000) e di Fat Boy Slim, che li ha il suo locale sulla spiaggia (The Beach).
Se non mi bastavano le otto ore di viaggio in pullman ci si e' messo anche un ingorgo sull'autostrada (stile Salerno-Reggio Calabria) che mi hanno fatto perdere la coincidenza a Londra. In totale quasi 10 ore. Comunque il fine settimana e' stato poi molto piacevole e divertente.
Scendere al sud da Manchester e' stato un piccolo shock culturale. Dove sono le case rosse? e come mai sono tutti bianchi qui? e questi colori pastello nel paesaggio cosa c'entrano con l'Inghilterra? All'inizio mi sembrava di aver varcato il confine di un altro stato, poi a pensarci meglio le differenze tra Manchester e Brighton sono un nulla rispetto a quelle tra Treviso e Caltanissetta. Quello che cambia veramente e' la pioggia. A Brighton piove non molte volte, ma quando viene e' pioggia vera (quasi continentale). A Manchester invece la pioggia e' qualcosa di metafisico, piu' una condizione dell'anima che qualcosa di materiale. Comunque, come si puo' intuire non l'ho scampata neanche questa volta e sabato sera ero bagnato come un pulcino (anche perche' ricordo il mio ultimo ombrello giace tuttora in qualche discarica del Lake District e non e' stato rimpiazzato).
Al ritorno, ho avuto il tempo di farmi una passeggiata di un paio di ore per Londra in attesa dell'autobus che mi riportava a Manchester. Da Victoria Station fino a Buckingam Palace (purtroppo la regina non era in casa, o almeno ha fatto finta di non esserlo) e alla riva del Tamigi, il tutto con una temperatura piu' che mite e un sole tiepido, mi sentivo Hugh Grant in uno dei suoi mille film ambientati a Londra quando non piove (cioe' praticamente tutti a parte '4 matrimoni e un funerale' dove invece piove). Mi sono pero' scoperto stranamente nazionalista manchunian e ho guardato con disprezzo questa eleganza aristocratica londinese e i suoi colori miti, rimpiangendo la disumanita' alienante di Manchester. Probabilmente mi sto affezionando alla citta'. La mia indifferenza per la gioventu' inglese continua invece a crescere inesorabile.

lunedì, dicembre 05, 2005


Finalmente ho avuto ospiti in terra d’Albione, visto che sono venuti a trovarmi per un week-end Paolo, Filo, Rocco e Alio (4 amici fidentini).
Sono arrivati nel cuore di un venerdì notte manchunian e come prima cosa si sono messi ad offrire sigarette sull’autobus alle ragazze che uscivano dai locali, facendo tra l’altro la figura dei gran signori visto che qui un pacchetto di sigarette cosa quasi 8 euro e quindi non esiste lo scrocco (un po’ come gli italiani che vanno a far conquiste nelle campagne della Polonia, perché le ragazze di Varsavia si sono ormai fatte furbe). Poi giunti a casa mia alle tre di notte hanno svuotato le loro valigie piene di cibo come salami e parmigiano. I miei occhi si sono illuminati, il mio stomaco dilatato. Ho trovato un modo per tirare fino a Natale. Peccato che alle 4 di notte di quel salame non rimaneva che la pelle (rigorosamente lasciata per terra sulla moquette blu, che tanto fa pendant e non si nota). Quando se ne sono ripartiti due giorni dopo la mia cucina era tristemente vuota (a parte un pezzo di formaggio che sono riuscito a nascondere in tempo e che rimiro ogni notte prima di andare a letto, quasi una reliquia).
Presagendo vento di tempesta le mie coinquilini francesi avevano per tempo prenotato un week-end a Londra, mentre le tedesche si sono barricati in camera per tre giorni. Il mio salotto è stato subito attrezzato a campo profughi.
Ho fatto loro da guida turistica, cercando di trasmettere il fascino rosso e di vetro della città ma ho capito presto che quello che volevano era avere un’esperienza veramente e totalmente inglese: e quindi bacon e uova, calcio, e birra a rivoli. Cercavano il calcio, e l’hanno avuto (Chelsea – Portsmouh 2-0). Cercavano birra e l’hanno avuta (hanno potuto capire come il confine tra la quinta e la sesta Foster sia una sottile linea rossa, un limite piu’ metafisico che fisico). Cercavano ‘carne fresca'… e qui tralascio. Io nel frattempo ho cercato di mantenere quel precario equilibrio che permettesse alla casa di rimanere in piedi e alle mie coinquiline tedesche di non aizzarsi contro di me, inveendo con il loro accento bavarese. Devo dire che ci sono riuscito.
L’unico momento in cui mi sono dovuto assentare e’ stato l’ultima mattina, quando se ne sono ripartiti per l’aeroporto di Liverpool (che per chi non lo sa, si chiama ‘John Lennon Airport’). Al mio ritorno mi ha accolto Carole chiedendomi cosa significasse il post-it che aveva ritrovato nascosto all’interno dell’asciugatrice con disegnata una parte anatomica maschile e un invito non proprio cortese scritta a fianco. Qualcuno ha una idea di chi l’ha lasciato?
Grazie comunque di cuori ai 4 per essere arrivati fino qui.

giovedì, dicembre 01, 2005

The Best


Ieri sera all'Old Trafford si e' tenuta una commemorazione per la scomparsa di George Best, icona del Manchester United. La morte di Best qui ha ricoperto le prime pagine di tutti i giornali per una settimana, quanto in Italia e' accaduto con la morte del Papa.
Non posso che citare la sua frase piu' famosa:
"ho speso un sacco di soldi per alcol, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati".