40 giorni di vita Canadase in 7 punti

Resoconto in sette punti degli ultimi 40 giorni di vita dal mio ritorno sul suolo canadese
Punto 1. La casa
Mi sono trasferito in una casa nuova. Bellissima. E’ una residenza storica risalente al fine ‘800. Secondo lo storico locale, nonché vicino di casa, questo era il primo ufficio postale nella cittadina. La divido con Jason, amico e compagno di dottorato. Un camino elettrico troneggia nel salotto. Con delusione ho scoperto che quella che brucia all’interno è semplicemente una lampadina che simula il fuoco. Sopra al camino elettrico, una finissima collezione di liquori collezionata con amore in un mese. Limoncino e Martini Bianco a dare un tocco di Italianità. Al loro fianco la foto di Miss Schwener, una diciottenne locale con le gote gonfie e una corona da Miss Italia. Schwener è un circolo o una pro-loco tedesca a Kitchener che ogni anni elegge la propria reginetta. Per partecipare alla selezione bisogna avere almeno 16 anni, non essere sposate, ed essere membri attivi del circolo. Per essere eletti al prestigioso titolo, le partecipanti devono dimostrare la loro conoscenza della storia del club. Una volta incoronata, Miss Schwener si accollerà il compito di rappresentare il club e la sua storia per un anno intero, sarà l’ambasciatrice delle radici tedesche nella comunità, e dovrà prendere parte anche alla competizione per l’elezione di Miss Kitchener-Waterloo.
Sono riuscito a rintracciare l’identità della Miss Schwener immortalata nella foto. La sua biografia rivela che è stata un membro del club sin da bambino, il suo bisnonno è stato uno dei fondatori del club, e dall’età di 15 anni lei balla con il corpo di ballo del club. Inoltre, l’anno scorso ha assunto la carica di direttrice dei costumi. Probabilmente si è accorta che non sarebbe mai riuscita a rientrare nelle dimensioni di una ballerina, e tra la dieta e le aspirazioni artistiche ha scelto un compromesso: la direttrice dei costumi. Durante le celebrazioni dell’Oktoberfest, alcuni amici non hanno resistito alla tentazione di staccare dal muro del locale la foto della reginetta del circolo, e uscire dal locale con la foto sotto il braccio, ammiccando ai buttafuori. Secondo alcune voci, Miss Schwener era stava in quel momento danzando nella sala da ballo, ignara che la sua effige veniva sottratta. Tecnicamente tutto ciò è un furto. Ma gli scrupoli morali per aver accettato il dono se ne vanno quando la osservo dominare il nostro salotto, che ora è chiaramente un protagonista del Novecento.
I padroni di casa sono una coppia di 70 anni. Ken e Barbara. Barbie e Ken. Ken è un preside di una scuola in pensione, ora in pensione. Passa i suoi giorni restaurando case o restaurando Cadillacs. Barbie è la pupa del bullo, cioè Ken. Nella batte l’arrosto di Barbie, come ho potuto accertare quando ci hanno invitato a cena.
Ho innalzato il mio stile di vita. Ho ordinato una moka elettrica su Ebay che mi è stata presto spedita da un commerciante in Florida. Ho anche un letto Ikea Aneboda. Un letto a una piazza e mezzo, perché in Canada i letti singoli non li hanno neanche i Visconti Dimezzati. Ho anche un comodino Ikea Aneboda. E una cassettiera Ikea Aneboda. E’ stato grande passo per me. Non avevo mai montato nessun pezzo Ikea nella mia vita. Ma è stato un grande passo per me anche in un altro senso. Fino a poco fa, tutti i miei averi stavano comodamente in una valigia. Come un clandestino pronto alla fuga. Ora ho un letto, il che mi rende un proprietario immobiliare, visto che il letto non si riesce a farlo stare in valigia neanche da smontato. Sento che mi manca l’aria.
Punto 2. Lo sport
Ho cominciato a fare un po’ di attività fisica. Prendo lezioni di nuoto. Due volte alla settimana. Attorno a me, i compagni e compagnie di corso sono più balene che delfini. In ogni caso mammiferi, ma non della mia misura. Questa sera, nel tentativo di fare una virata subacquea a fine vasca sono riuscito nell’impossibile obiettivo di rompermi il terzo dito del mio piede sinistro. Quello in mezzo, protetto da altre quattro dita. Per giunta in acqua. Ricordandomi della volta in cui mi sono rotto il dito più piccolo dello stesso piede, mi sono messo il cuore in pace, ho estratto un rotolo di nastro adesivo dai cassetti della cucina, e ho fatto un gesso fai da te.
Punto 3. Oktoberfest.
Questo fine settimana abbiamo celebrato la locale Oktoberfest. Qualsiasi guida turistica, alla voce “Waterloo” citerà con orgoglio che la città ospita la più grande Oktoberfest al mondo al di fuori dei confini tedeschi. La comunità di Waterloo-Kitchener era anticamente un insediamento di immigrati tedeschi. Il nome originario della città era Berlino, prontamente cambiato in Kitchener allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando Canada e Germania si trovarono su lati opposti delle trincee. Gli abitanti della Berlino Canadese prontamente rinunciarono alle loro origini tedesche e cambiarono il nome della città da Berlino a Kitchener. Ma non rinunciarono alla loro birra. Cosa è quindi un’Oktoberfest in Canada? Semplice. Prendete un palazzetto del ghiaccio. Ricoprite il ghiaccio con delle assi, visto che birra e ghiaccio non vanno d’accordo. Mettete dei chioschi che vendono birra a basso costo ovunque. Mettete in un angolo un’orchestrina che suona delle polke, per poi passare a Michael Jackson. Fate arrivare un corpo di ballo bavarese dalla Germania, e fategli fare una danza in cui con un accetta tagliano un tronco di pino a ritmo di musica. Date alla popolazione canadese una scusa per vestirsi con costumi bavaresi, calzettoni alle ginocchia, bratelle, cappelli con la biuma. Ora date loro una scusa per bere birra al ritmo della polka. L’imbarazzo per essere in tutto ciò si attuisce leggermente alla terza birra, ma non scompare mai del tutto.
Punto 4. La Fiera Mondiale di Rockton
E’ arrivata la giornata del Ringraziamento. In Canada il Ringraziamento si festeggia un mese prima che negli Stati Uniti. Le origini della celebrazione si mescolano alle antiche feste agresti per la raccolta, e siccome qui siamo più a nord, il raccolto avviene prima che nel resto del continente. Quest’anno sono stato trascinato alla Fiera Mondiale di Rockton (http://www.rocktonworldsfair.com/). Un’ora passata tra carote, ortaggi, galline, cavalli, pecore, capre, cetrioli, trattori. Ognuno portato dai contadini di tutto l’Ontario fino a questo angolo di paese vicino alle cascate del Niagara per competere per il prestigioso titolo. Le competizioni variano da quella per la gallina più colorata, al coniglio con il pelo più magnificente. Dalla zucca più storta al pollo più ruspante. La foto che vedete è quella della carota vincitrice del titolo per la “carota più orribile”
Punto 5. La Cina
Fra meno di un mese mi reco a Pechino a far visita ai tre pionieri bolognesi M., Gerry, e Luca che da due mesi sono in missione in Cina per capire cosa bisogna fare per riportare la bandiera rossa sul balcone di Palazzo d’Accursio a Bologna. Perché Pechino? Perché è una delle tre città che mi sono promesso di visitare nella vita (le altre Dubai e Gerusalemme). Perchè sono esattamente dodici fusi orari, l’altra parte del mondo. Perché il biglietto aereo costava quanto farsi incapsulare un dente, e io non sono un modello di igiene orale. Perché dopo aver fatto 14 ore di viaggio per trovare degli amici, voglio vedere se hanno il coraggio di dimenticarsi di farti gli auguri per il tuo compleanno. Perché ha fine anno avrò percorso più di 70mila chilometri negli ultimi 12 mesi.
Punto 6. Università e affini.
Ho ricevuto i risultati dei miei esami tre settimane dopo averli sostenuti. Risultato positivo. Come ha detto Jason, è stato come ricevere l’esito dei test per qualche malattia tropicale 3 settimane dopo essersi recati in clinica. Ora in teoria ho chiuso un periodo della mia vita iniziato alla tenera età di 6 anni fatto di lezioni ed esami. Tempo di cominciare a dedicarsi alla ricerca. La crisi finanziaria che sembra aver raggiunto l’apice in queste settimane ha dato tutto un altro significato e un’altra rilevanza ai miei progetti e allo studio che voglio condurre. Magari tornerò a parlarne fra un po’. Oggi l’ufficio immigrazione mi ha concesso un permesso di lavoro che mi permetterà di lavorare come assistente di ricerca per un’economista di Waterloo, o, in alternativa, in qualsiasi McDonald del territorio canadese. Ma soprattutto è tempo di passare dall’altra parte della cattedra. Mi è stato assegnato l’insegnamento di un corso che inizierà nel prossimo trimestre. Oltre ad insegnarlo, devo anche stilare il programma e decidere cosa insegnare, che esami far fare, come assegnare i voti, etc… Sono completamente inadeguato per il ruolo, ma ho comunque accettato. Essendo una classe per studenti del quarto anno, le persone a cui in teoria dovrò insegnare in verità avranno quasi la mia età, al massimo un anno in meno. Mi farò crescere quel poco di barba che popola il mio viso, e lascerò che la calvizia e l’accento italiano facciano il resto per aumentare la mia autorevolezza.
Punto 7. Questa mattina il termometro segnava -3 gradi. Bentornato generale inverno. Il primo giorno in cui il cielo di coprirà di nuvole e il vento gelido soffierà da Nord, odierò questo luogo con tutte le mie forze. Ma non stamattina. Stamattina il sole accendeva i colori ovunque, mentre l’aria gelata pungeva il volto lungo il mio tragitto in bici verso l’università, quasi obbligandolo a sorridere.