domenica, agosto 31, 2008

Pane, amore, e bancarotta

"Il capitalismo senza la bancarotta è come il Cristianesimo senza l'Inferno" (F. Borman). La bancarotta (o fallimento) è la punizione del peccatore, la chiusura di un'avventura imprenditoriale incapace di reggersi sulle sue gambe. Ma allo stesso tempo è anche il primo passo per salvare il salvabile dell'azienda, e garantire un nuovo inizio, favorendo la "creazione distruttrice" che Schumpeter sosteneva essere la molla che permette all'economia di rinnovarsi e innovare. In Italia siamo cattolici e il perdono non si nega a nessuno. Nemmeno alla nostra amata compagnia di bandiera, Alitalia. Non so bene cosa significhi nel XXI secolo avere una "compagnia di bandiera", ma so che per una decina di anni gli Italiani hanno allegramente sostenuto i costi del mandare avanti una compagnia moribonda. I profitti sono privatizzati, le perdite socializzate tra cittadini che pagano le tasse e viaggiatori che pagano biglietti più alti. Capitalismo all'Italiana, senza inferno ma con tanto amore fraterno. In Canada invece Lutero ha avuto l'ultima parola. Niente perdono per i peccatori. Così che all'improvviso scopro che la mia amata ZoomAir, compagnia aerea canadese in cui più volte mi sono incuneato nei suoi sedili striminziti, non ha trovato i soldi per pagare la benzina. In poche ore, la compagnia ha dichiarato fallimenti, molto passeggeri all'aeroporto in attesa di partire sono rimasti a terra, e tutti i voli futuri sono stati annullati. Compreso il mio, che ho perso il biglietto che mi avrebbe riportato in Canada fra una settimana. Ho dovuto prenotare all'ultimo minuto un volo d'emergenza. Paradossalmente la compagnia aerea che mi porterà in Canada in tempo è proprio l'Alitalia.

mercoledì, agosto 27, 2008

Le terre di nessuno

"Ero tornata a Pechino non con gioia ma con rassegnazione: con il tempo, con gli anni, ho capito che forse quello che mi aveva spinto a tornare non era tanto la sensazione di totale estraneità che avevo provato in Italia, ma piuttosto il desiderio di ripetere l'esperienza, sospesa e appagante, del viaggio in sè.
E' come se i luoghi di transito, i non-luoghi, cioè il treno, la nave, il battello, ma anche una stazione ferroviaria, un aeroporto, queste "terre di nessuno" dove il tempo è un presente continuo, dilatato, senza legami, fossero la mia vera "patria". Certo, ci ho messo anni a capirlo, voglio dire, a intuirlo, ovvero a riuscire a trovare il coraggio di esprimere questo piacere: ma non è il piacere del viaggio, è il piacere dei luoghi che si sa, che so, essere luoghi passeggeri, non mete. Per arrivare dove? Non importa. Nei luoghi di transito, come nelle camere d'albergo, è come se mi ricomponessi, trovassi una sicurezza che altrove non provo".
(Renata Pisu - La Via della Cina)