Ultimo post da Manchester
Questo è l’ultimo post da Manchester. Domani per la terza volta trascinerò faticosamente i miei 30 chili di bagaglio fino alla fermata dell’autobus. E poi da lì all’aeroporto di Manchester. E poi in Italia.
Pensavo a cosa si debba scrivere nell’ultimo post. Forse è come l’ultima pagina di un libro. Il protagonista sconfigge il nemico e sposa la sua bella. Il detective scopre l’assassino, che chiaramente era il maggiordomo. Dart Vader dice a Luke Skywalker: “sono tuo padre!”. Berlusconi dice al popolo italiano: “ve l’ho messa ancora nel…”. Cose amene del genere.
Però un blog, a differenza di un romanzo, non ha per forza una fine. E per questo non metterò nessun hollywooodiano ‘The End’. Probabilmente in futuro ritornerò a scrivere su queste pagine, magari per raccontare una nuova partenza che non posso tenermi per me, magari per comunicare cosa si prova a vincere le elezioni in aprile, magari per annunciare che lascio il paese se si perdono le elezioni ad aprile.
Se non metto la parola fine, considero però sciolto il vincolo morale che vari di voi hanno tenuto nei miei confronti in questi brevissimi 5 mesi (sono volati!). L’impegno da parte mia a cogliere nella mia quotidianità qualcosa che valesse la pena di essere raccontato. L’impegno da parte vostra a controllare questo sito, a leggere, a lasciare commenti, a non lasciare che la distanza permettesse di allontanarsi. Leggerli è stato per me una fonte di sollievo nei momenti in cui la città ti opprime, di divertimento nei momenti di noia universitaria, e un buon motivo per convincermi che tornare a casa non è poi così male. A voi quindi il mio ringraziamento, e in particolare a Marcello, Seba (a cui auguro di trovare a Stoccolma il gusto di mettersi ogni giorno in gioco che io ho trovato qui, e possibilmente anche una svedese atipica), Manuel, Manlio e a chi mi ha scritto su queste pagine.
Non chiuderò questo blog con ‘The End’, perché una cosa che ho imparato qui, è che la distanza tra una fine e l’inizio successivo è questione solo di prospettiva. La linea non è chiara ma spero di riuscire a valicarla ancora. E spero di tornare su queste pagine a scrivere, come dice Jannacci, “l’effetto che fa!”.
E quindi:
THE BEGINNING