martedì, giugno 03, 2008

Il gioco dell'oca


Le oche canadesi hanno ormai preso possesso del campus. Le uova si sono dischiuse e famiglie intere di oche, composte da padre-madre-12 pulcini bulleggiano per i marciapiedi. Dove passano loro, è meglio dare un occhiata a cosa si pesta. E non consiglierei a nessuno di avvicinarsi a una di loro. Sembra che lo spettacolo più divertente nelle estati canadesi sia vedere ignari studenti cinesi scappare, inseguiti da un'oca inferocita, dopo che inavvertitamente si sono avvicinati troppo al loro nido. E’ però divertentissimo vederle attraversare le strade. Non importa quante corsie, se arrivi una macchina, se la visibilità sia zero. 4 corsie di automobilisti repressi a bordo dei loro SUV si fermano all’unisono per un minuto mentre la famigliola di oche attraversa. Si fermano perchè sono canadesi e quindi un po' più civili di noi. Ma si fermano anche perchè c'è qualcosa di sacrale nelle oche. Mi spiega un amico che essendo un animale migratore, sono considerate come un “dono” dalla popolazione locale. Ogni primavera tornano. Fanno in nido e aspettano che le uova si dischiudano. Poi a settembre ripartono, verso mete più calde, per poi ritornare una volta che l’infinito investno canadese sia finito. E’ un patto. Un patto di fedeltà. Rimane un mistero perchè decidano di ritornare proprio qui, in questo posto dimenticato dalla metereologia e che non compare su nessuna guida turistica al mondo. Per non attirarmi le ire funeste di una famiglia di oche, e per non rompere il patto, lentamente inchiodo la mia bici, e faccio passare.