mercoledì, gennaio 31, 2007

Casa Berlusconi


Scusate ma io non riesco a smettere di ridere per la fantastica telenovelas tra Silvio B. e la consorte Veronica Lario. Ne voglio ancora!!!! Basta Grande Fratello! Questo è molto meglio.
"Ma che succede? E’ il miglior reality della stagione? E’ un grandioso remake di Casa Vianello? E’ un punto di svolta della condizione femminile in Italia? E’ un’idea di Berlusconi (magari sì, il più grande intrattenitore italiano sta già spazzando gli altri leader e i forse successori, al confronto noiosissimi)?" (M.L. Rodotà - Corriere della Sera).

martedì, gennaio 30, 2007

Rumsfeld


Per chi non ha ancora capito cosa ci stanno a fare gli americani in Iraq, questa citazione di Rumsfeld mi sembra illuminate per capire quale è stata la logica dietro la politica estera americana dopo l'11 settembre:

"Now what is the message there? ... There are thing we know that we know. There are known unknowns. That is to say there are things that we now know we don't know. But there are also unknown unknowns. There are things we don't know we don't know. ... And each year, we discover a few more of those unknown unknowns"
Press Conference at NATO Headquarters, Brussels, Belgium, June 6, 2002

lunedì, gennaio 15, 2007

Orgoglio Emiliano

Se volete sapere cosa faccio tutte le domeniche mattine ad Hyde Park:
http://www.youtube.com/watch?v=8uLJYxGh4xk

domenica, gennaio 14, 2007

Global Warming

E chi l'ha detto che l'effetto serra e il riscaldamento globale sono un problema? Forse qualcuno che non sa quanto piacevoli siano 12 gradi a gennaio a Londra! Grazie George W. per questo mite e accogliente inverno che ci stai regalando!

sabato, gennaio 06, 2007

Il mio piede sinistro


Nella foto potete ammirare la sorprendente angolazione raggiunta dal quinto dito del mio piede sinistro poco dopo che si è venuto a trovare accidentalmente a contatto con lo stipite di una porta di casa mia. Risultato del diverbio: frattura. Secondo i medici del Pronto Soccorso di Fidenza è guaribile avvolgendolo con un pezzo di nastro adesivo al dito adiacente per un tempo di 20 giorni, e portando un paio di zoccoli di legno. Ho provato a spiegare al dottore che non posso prendere un aereo domani, nè tantomeno girare per il centro di Londra con degli zoccoli di legno degni di Ermanno Olmi, ma non abbiamo raggiunto un accordo. Mi affiderò a cure alternative, tipo l'omeopatia o l'asportazione del mignolo.
A parte questo, domenica finalmente si torna a "casa", se la casa è il luogo dove si sente il bisogno di tornare. Mi attendono un periodo lungo di studio, perdita del grasso accumulato in queste vacanze. Ma in mezzo a questo passa tanta vita, e la sensazione di essere di nuovo in movimento, precario ma in movimento, che qui mi manca e di cui ho bisogno ancora per un po'.

Ripensando ai tre mesi passati a Londra, e confrontandoli con la mia realtà italiana, mi è venuto in mente quale è la cosa più straordinaria della LSE e del mio studentato. Solo li' è possibile sentirsi parte di una minoranza in un mondo che non conosce maggioranze. Non si è a casa. Si è stranieri. Ma attorno a te anche gli altri sono stranieri. Anche gli altri conoscono e vivono la precarietà, la necessità di aprirsi, conoscere e aiutarsi che deriva dalla condizione di "minoranza". Ma soprattutto in un mondo popolato di minoranze, quando ci si confronta con una persona di un altro paese e culture, non si trovano di fronte un "io" e un "altro", ma due "altri". Mi spiego meglio. Anche la persona più tollerante, illuminata e piena delle migliori intenzioni quando parlerà con un ragazzo Pakistano, inglese o brasiliano per le strade di Bologna, si metterà su un gradino più alto (anche se solo inconsciamente). Infatti si sentirà "a casa", mentre l'altro sarà in quel contesto un "estraneo", ma qualcuno che non capirà, vivrà e possederà la realtà circostante come noi. Nelle migliori circostanze sarà per noi un "ospite", nelle peggiori un "intruso". Ma comunque sarà sempre un "altro", che vive in una condizione diversa da noi.
Dove mi trovo a Londra, su 100 studenti del mio corso, 5 sono italiani, 7 americani, 3 canadesi, 2 brasiliani, 6 francesi, 2 inglesi, e così via... non penso che nessun gruppo nazionale raggiunga i 10 studenti (anche se non ho idea di quanti siano i cinesi). Siamo tutti "altri" in quel contesto.... in un mondo di altri ognuno ha più da imparare che da insegnare...