sabato, aprile 29, 2006

à bientot, Bruxelles




Domani mattina lascio Bruxelles e torno a casa. Torno sereno perche' questa era una parentesi che era giusto che si chiuda ora, perche' sta arrivando l'estate e voglio viverla tra i miei amici e le zanzare della pianura padana, perche' ho voglia di riprendere a studiare e finire questa laurea, perche' ho voglia di tornare a lavorare tra i clienti della mia libreria e non tra gli italioti del sottopotere che affollano Bruxelles.
Ero venuto qui per tornare parlando un francese sufficiente per passare il fatidico esame di Francese I. Missione Fallita: l'esame rimane un problema (ho comprato il libro di Harry Potter in francese affidando a lui il compito di colmare le mie lacune linguistiche). Pero' da questa bella citta' mi porto a casa altre cose:
- la birra belga: me ne sono completamente innamorato. Mi ritrovavo tutte le sere a scolarmi un paio di birre da solo in casa, come un vero alcolizzato. Ma qui la birra ha una storia e un sapore.
- il ricordo delle Serre Reali di Laken, un gioiello di ferro battuto e vetro, una citta' di fiori costruita un secolo fa per la famiglia reale che solo due settimane all'anno le apre alla cittadinanza, quando la primavera esplode.
- i balconi art nouveau in ferro
- la babele di lingue che senti risuonare nella metro
- la tristezza degli uffici dell'Unione Europea
- la Grand Place: uno dei posti che piu' mi ha stupito in tutta la mia vita.
- le Gaufre di Liege: un wafer locale, ricoperto di cioccolato fondente, che viene venduto agli angoli della strada
Ci vediamo presto!

Politikom n.2: la botanica

"Altro che funzione politica, lei parla di poltrone!" "E perché, gli altri di che parlano, di botanica?" (Clemente Mastella, intervista a La Stampa)

Politikom

Ma che c'azzecca Franco o Francesco Marini??? Io volevo votare per Valeria Marini! Valeriona, vieni qui in Parlamento a mostrare un po' di coscia!!!

venerdì, aprile 28, 2006

Elezioni n.4

Lunedi' 10 aprile. Piazza Verdi a Bologna. Erano le 15e30. Da poco l'altoparlante nella piazza trasmetteva i primi esultanti exit-poll delle elezioni. Vittoria. Vittoria netta. Berlusconi a casa, fine di 5 anni da incubo. Festeggiamo! Marta, perche' non sorridi? Non lo so. Non lo so nemmeno io. Qualcosa non andava. Poi il pomeriggio ha preso un'altra piega, fino al delirio/incubo della notte bolognese, e l'umiliazione di svegliarsi alla mattina chiedendosi cosa avrebbe fatto l'esimio senatore Pallaro, o se il catetare di Rita Levi Montalcini avrebbe retto per un'intera legislatura.
Marta, perche' non stiamo festeggiando anche noi?
Non stavamo festeggiando forse perche' quei primi deliranti exit-poll qualcosa lo dicevano. A leggere un po' tra le righe si vedeva che il partito di Berlusconi era ancora il primo partito d'Italia. Come se cinque anni non fossero passati. Montanelli 5 anni fa aveva detto che all'Italia avrebbe fatto bene assaggiare Berlusconi. Un vaccino. Per poi cambiare magari. Invece no. Marta, non stiamo festeggiando perche' questo paese non cambia. Perche' siamo ancora tutti attaccati alla televisione ad aspettare la prossima dichiarazione di Berlusconi, per criticarla o difenderla. Perche' in 5 anni che abbiamo fatto cosi', indignandoci e sentendoci sempre piu' umiliati, il paese era fermo... il vaccino non funziona perche' il corpo non si trova poi cosi' male ad essere malato. Perche' la classe politica e' mediocre, e la mediocrita' e' diffusa. Perche' il centro-sinistra, anche se riuscira' a governare, non riuscira' a muoversi dallo status quo... perche' non ne ha ne la capacita' ne le idee. Come scrive Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo "occorre che tutto cambi, affinche' tutto rimanga uguale"... e nel frattempo un uomo di 87 anni il cui nome Giulio Andreotti potrebbe essere eletto presidente del Senato...

domenica, aprile 09, 2006

Messaggi subliminali


Faccio come Ruini: non do indicazioni di voto, però qualcosa lo faccio intuire...

lunedì, aprile 03, 2006

L'ultimo trucco del prestigiatore

Alla fine gioca le sue carte migliori. Si dimentica dei giornalisti e del moderatore e guarda dritto in camera. Lancia due colpi ben assestati su come la sinistra metterebbe le mani nei portafogli di tutti, sapendo di non poter essere contraddetto, visto che siamo all'ultimo appello finale. Ma il colpo migliore lo tiene per terzo (tre, numero perfetto, numero che da un senso di completezza). Sorride e dice "noi amiamo la casa, come amiamo la famiglia, e quindi aboliremo l'ICI". E il sogno riparte... ricostruire l'Italia, un Italia piu' moderna in cui tutti pagheremo meno tasse. Come cinque anni fa. Uguale.
Non sono un'economista ma, cosi' a caldo, mi sembra che abolire l'ICI sia impossibile. O quantomeno costituirebbe un colpo tremendo per le finanze dei comuni, che dovrebbero quindi raccogliere quei soldi alzando le tariffe o tagliando i servizi sociali. Ma questo non conta. Quella promessa non era un impegno vero. Neanche Berlusconi ci credeva. E neanche gli allati ne erano al corrente. Anzi l'impressione e' che fosse piu' che altro un modo per spostare voti dai partiti del centrodestra a Forza Italia. Ma non solo.
Penso che gli ultimi sondaggi, quelli non pubblicati sui quotidiani, abbiano mostrato che il recupero del Centro-destra a sei giorni delle elezioni e' arrivato abbastanza vicino al centro-sinistra. Ma anche che ormai quel distacco non e' piu' recuperabile. Tutt'al piu' si puo' ottenere un pareggio al Senato che obblighi a tornare a votare, mischiando le carte, o a un governo tecnico di transizione (qui si parla di Mario Monti...). Allora, se e' escluso che si tornera' al potere, tanto vale spararla, una promessa irrealizzabile, tanto non dovremo rispondere di quello. E oltre che irrealizzabile e' estremamente populista, facendo appello diretto al centro della telecamera, senza fornire spiegazioni, ne' possibilita' di replica. Non conta. Ma e' una promessa populista che ha colpito abbastanza nel segno. Soprattutto se si pensa che non e' indirizzata a quelle persone che hanno da subito avuto la netta certezza che fosse una promessa fasulla e demagogica, fatta sulla spalle del paese. Ma era indirizzata al 3% dell'elettorato che e' ancora indeciso e che puo' portare al pareggio (e all'ingovernabilita'). Questo elettorato e' principalmente donna, vive non nelle citta' (ed e' quindi padrone di casa), ha un livello di istruzione medio-basso... ma sa benissimo cosa e' l'ICI perche' va a pagarla di persona. Tecnicamente un ottimo colpo. Spero che nei prossimi giorni qualcuno spieghi in modo chiaro agli italiani quanto questo sia impossibile. Ditemi cosa ne pensate... io comunque stanotte vado a letto un po' piu' inquieto.