venerdì, luglio 25, 2008

Trans-Canada Vol.2 - Montreal


Ore 20:51. Da qualche parte nel mezzo del Quebec. Fuori è già tutto buio. Ho lasciato Montreal sul treno che domani pomeriggio arriverà ad Halifax. Il tratto tra Toronto e Montreal è stato piovoso, e questo mi ha permesso di finire il primo dei sette libri previsti per questi giorni. Il mio primo treno da Waterloo a Toronto era in ritardo e temevo di perdere la coincidenza. In effetti l’avrei persa. Ma ho scoperto che in Canada ci sono così pochi treni, che possono concedersi il lusso di aspettarsi a vicenda.
Compagni di viaggio. Alla mia sinistra una coppia di sessantenni. Nonostante l’età non giovanissima lei sfoggia un Ipod di ultima generazione e calza delle scarpe da ginnastica che le invidio non poco. Quello che non invidio è la persona che dovrà ricevere la maglia che lei sta facendo con i ferri. Colore giallo. Giallo canarino. Le probabilità che torni di moda nei prossimi 20 anni sono statisticamente marginali. Suo marito sembra un contadino emiliano, di quelli che non vanno nemmeno all’osteria alla sera. La pelle è rossa, forse colpita da qualche malattia. La camicia è quadri larghi. Blu e celeste. Appena dietro una bellissima ragazza bionda con il suo bambino. Lui mi sembra di averlo già visto in una pubblicità televisiva di pannoloni. Avete presente, quelli biondi e con gli occhi azzurri. Età. Lui, 2 anni lui. Lei, troppi pochi. Davanti e dietro, il sudoku la fa da padrone.
Le scorse sette ore invece sono stato circondato da una altra famiglia canadese nel tratto tra Toronto e Montreal. Padre, madre, e figlia. Lei guardava un film sul portatile. Lui sfogliava una rivista di biciclette. Per 7 ore. Lei sfogliava una rivista chiamata “housekeeping”. Per 7 ore.
Colonna sonora: Daniele Silvestri – Monetine