venerdì, luglio 25, 2008

Trans-Canada Vol.2 - Verso Halifax




Ore 9 e 07. Seduto sulla panchina di fronte ai binari nella stazione di Kitchener. Cielo livido da una notte di pioggia estiva. Se fossi alla stazione di Fidenza di fianco a me ci sarebbero due pensionati che discutono sulle previsioni metereologiche e sul governo. Piove, governo ladro! Invece qui ci sono una serie di ragazze vestite con un dubbio gusto e largamente in sovrappeso, e un’intera famiglia mennonita. Faccio fatica a contarli, ma i bambini sono troppi e gli adulti troppo pochi Questi sono mennoniti tradizionalisti, di quelli che raragemente si vedono in città. Gli abiti sono fermi al XVIII secolo, le donne sono vestite di blu e nero. Il copricapo ricorda quello di “Lezioni di Piano”. Anche le bambine e i neonati hanno i capelli coperti da un velo. I maschi hanno un copricapo largo che assomiglia a quello che nei Western viene indossato dal sergente borghese con i baffetti (non quello dei cowboys). Corpetto smanicato che effettivamente fanno pensare a un film di Sergio Leone, sopra una camicia grigia per gli adolescenti e blu per i bambini. Le valigie invece sono ferme agli anni ’50. La fattura è di una plastica che non penso Menno (il fondatore) approverebbe. Una donna mastica una gomma da masticare, e non so se Menno approverebbe anche questo.
Seduto sulla panchina di fronte ai binari nella stazione di Kitchener, aspettando il treno. Direzione: Est. Fino all’oceano. Prima ad est fino Toronto. Poi ancora ad est fino a Montreal. Poi ancora ad est fino ad Halifax.
Vado ad Halifax perché mi sono promesso da tempo che devo nuotare nell’oceano per una volta nella mia vita. Ho lasciato a casa il costume da bagno, in modo da avere in futuro una scusa per ripartire. Vado ad Halifax perché prima di terminare il mio primo anno Canadese, volevo essere sicuro di aver visto questo paese – creato non a dimensione adatta all’uomo - da costa a costa. Vado ad Halifax perché gira voce che li cucinino le aragoste migliori al mondo. Vado ad Halifax anche se in verità al momento sono senza un soldo. Ma fra 10 anni avrò i soldi, ma anche un lavoro che mi consuma il tempo, una compagna incinta che non può prendere in treno perché deve andare in bagno ogni 45 minuti. Vado ad Halifax perché l’unica cosa da non fare quando si ha un capriccio, è scacciarlo. Vado ad Halifax perché ho ancora 7 giorni 7 libri da leggere prima di tornare in Italia. Quello che mi serve è solo un treno e un finestrino da guardare distrattamente ogni volta che volto pagina.
Colonna sonora: Irene Grandi

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Siamo proprio sicuri che tra 10 anni qualcuna ti avrà concupito e ti avrà convinto a riempirla come un tacchino?

Grande Menno, vorrei conoscerlo (parafrasando la frase di Silvio B. su Papà Cervi)

1:34 PM  

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