mercoledì, febbraio 13, 2008

Salvare la Patria o Famiglia?

Una buona e una cattiva notizia. La buona: torno in Italia presto. La cattiva: torno troppo tardi. Chiarifico. Dal 10 al 19 maggio sarò a casa, e la cosa mi fa molto felice. Il che vuol dire che non riuscirò a tornare ad aprile, in tempo per le elezioni. E questo brucia.
Mi sono trovato di fronte un dilemma amletico: salvare la patria o la famiglia. Per tornare la patria sarei dovuto tornare ad aprile e votare. Per salvare la famiglia invece sarei tornato a maggio, in tempo per partecipare al matrimonio di mio cugino. La bilancia si è inclinata nella direzione della famiglia per due motivi: 1) al matrimonio di mio cugino dovrebbe esserci tanto cibo, al seggio penso di no; 2) ho già preso una volta un aereo per salvare la patria, alle elezioni del 2006, e non è finita benissimo.
Sono però pronto a un compromesso. Comprare il tuo voto. Parlo a te. Se sei un elettore svogliato, che quel giorno non ha intenzione di andare a votare (o ancora meglio voterà "sbagliato"), contattami, contrattiamo, tu prendi i soldi, io decido il tuo voto, tu vai in cabina e alla fine scatti una foto con il cellulare per testimoniare che l'accordo è stato eseguito. Il prezzo? beh, dipende. A Fidenza non più di 50 euro, tanto qui la sinistra sarebbe plebiscitaria anche se candidassero il cavallo di Caligola. Se voti in seggi meno sicuro, il prezzo sale.
Detto questo, mi dispiace dover rinunciare al voto. Ho l'impressione che questa volta il risultato delle elezioni sarà meno pericoloso che nel 2006. Perchè il Berlusconi che tornerà al potere è ormai uno statista vecchio, che ormai ha esaurito tutte le leggi ad-personam immaginabili durante la scorsa legislatura, e che si spera decida di fare leggi per il paese. Per capirci, il Berlusconi-ter sarà forse meno pericoloso e umiliante del Berlusconi-bis (svolte religiose e pro-Vaticane permettendo). Ma il mio strano e inusuale ottimismo è dato dal fatto che sono negli ultimi mesi sono successi dei passi avanti. Il primo è la sensazione diffusa che sia il precedente governo di destra che quello di sinistra hanno fallito, e ora c'è bisogno di cambiare veramente le cose. Il vantaggio di aver toccato il fondo, è che per cadere più in basso bisogna comincaire a scavare. Non è detto però che le persone che hanno fallito negli ultimi 8 anni, e che sono ancora tutti li pronti a ricandidarsi, questa volta saranno fare meglio. E qui entra in gioco la seconda novità. Il Partito Democratico. Confesso di essere stato sempre invaghito, oltre quanto sia ragionevole, dalle prospettive di un nuovo partito di sinistra con la vocazione a essere "grande", maggioritario, e capace di fare scelte impopolari. L'invaghimento è sicuramente in parte non dovuto, perchè la capacità di un partito del genere di portare l'Italia nella direzione che penso speriamo tutti è limitato dalle diverse anime che lo formano. Per capirci, difficile che un partito che si dichiara di centro-sinistra sia in grado di fare una legge come quella sulle unioni omosessuali - incredibile paradosso italiano. Ma la scelta di Veltroni di "andare da solo" (alla fine qualche alleanza ci sarà, ma secondarie) è una scelta suicida, o forse il preludio a una grande-coalizione con Berlusconi, ma in ultima analisi, una scelta giusta. Definiamo il nostro progetto, presentiamolo agli elettori, e chiediamo il voto in base alle nostre idee e identità. Dopo il voto, i diversi progetti si conteranno e confronteranno. Temo che il risultato elettorale sarà non esaltante, e questo vada ad indebolire una creatura che non ha radici forti. Ma la scelta di Veltroni ha la ambizione e stupidità che servono a cambiare veramente le cose. Se qualcuno legge in questo un'indicazione di voto dal Canada, beh, l'avete trovata.
Un amico mi ha scritto qualche giorno fa che aveva intenzione di dare una mano durante la campagna elettorale come attivista del PD. Sono felice e invidioso per lui. Questa volta l'avrei fatto anch'io.


Soundtrack: The Shins - Wincing the Night Away