venerdì, settembre 14, 2007

I ricevimenti del Dr. English

Ieri pomeriggio si è tenuto l'attesissimo ricevimento a Casa English. Attesissimo da me e James (un mio compagno di dottorato) che stavamo da tempo scommettendo sulla presenza di cibo, e che avevamo per questo saltato il pranzo. Scommessa vinta. Anzi scommessa stravinta. immensi vassoi ricchi di frutta e panna, gamberetti sistemati con cura attorno a una salsa deliziosa, patè e crostini, cornucopie di salumi, e poi vino e birra in volontà. Ricapitoliamo. John English è uno dei miei professori, uno storico, nonchè direttore del Centre for International Governance Innovation per cui sto lavorando a volte durante la settimana. Per inaugurare il nuovo programma in Global Governance di cui sono parte ha annunciato un ricevimento a casa sua nel pomeriggio. Ci rechiamo in questa zona in Kitchener (la città gemella di Waterloo, 5 minuti in macchina dall'università) e troviamo una casa immensa in un quartiere stile Desperate Housewives. Spero che conosciate cosa intendo (e se non conoscete DH, forse è ora di iniziare a guardarlo). Villette in stile Disney che si dipanano su spaziosi viali alberati. Erba perfettamente tagliata di fronte a ognuna di questo. Entrando in casa vi accoglie il pianoforte e un gigante ritratto della moglie, vicino alla foto del figlio nel giorno della sua laurea. Al ricevimento ci sono proprio tutti. Professori, studenti, segretarie, assistenti, forse anche le donne delle pulizie. Il caro Dr. English non bada certo a spese. L'impressione è che abbia organizzato il ricevimento a casa propria per togliersi il gusto di mostrare a tutti in che fantastica casa abita e per dare alla moglie il piacere di aggirarsi tra gli invitati con un vassoio di gamberetti tra le mani dicendo: "Try some. This is the freshest food you can find in town".
C'è qualcosa di inquietante in quell'esperienza. Questa forma di famiglia allargata, dove tutti sorridono, dove tutti parlano con tutti in maniera cordiale, e dove tutti si interessano di tutti è destabilizzante. Sembra veramente una scena di Desperate Housewives, e mi ritrovo a disagio, pensando che tutto ciò sia in qualche modo ipocrita, pura facciata, relazioni sociali al gusto di gamberetto. Ma non è solo questo. La disponibilità e cordialità non è pura facciata. E' quello che può esistere solo in una comunità ristretta come può essere un dipartimento non troppo grande di un'università. Azzuffandosi di gamberetti, si può trovare veramente qualcuno pronto ad ascoltare, dare consigli, chiedere consigli. I professori sono a un vassoio di distanza (o a un ufficio di distanza, nel caso del mio ufficio) e la loro porta non è mai chiusa per te. Sto già apprezzando molto questa dimensione "famigliare" e per un po' ne trarrò molto beneficio. Ma penso anche che mi spaventa un po'. Non è un caso che anche dalle migliori famiglie, dopo un po' si ha voglia di scappare. L'essere immerso in un ambiente chiuso e protetto può diventare soffocante dopo 1/2 anni. Questo è il mio progetto per la mattinata, passare due anni qui, ottenere il massimo che posso, e poi trasferirmi da qualche parte a fare ricerca e continuare il dottorato, al riparo dai ricevimenti del Dr. English.