Trip n.4: Brighton

Lo scorso week-end sono finalmente sceso al Sud, fino a Brighton. L'occasione mi e' stata fornita dal fatto che li sta facendo il suo Erasmus Elena (nella foto), una amica di Bologna che fino a giugno stara' all'University of Sussex. Brighton e' una citta' sulla Manica, decisamente carina, europea, piena di splendidi vicoli contorti che si dipanano nel centro, molto turistica e un po' posh (e' dove i londinesi vanno a svernare d'estate), patria della comunita' gay inglese (40000) e di Fat Boy Slim, che li ha il suo locale sulla spiaggia (The Beach).
Se non mi bastavano le otto ore di viaggio in pullman ci si e' messo anche un ingorgo sull'autostrada (stile Salerno-Reggio Calabria) che mi hanno fatto perdere la coincidenza a Londra. In totale quasi 10 ore. Comunque il fine settimana e' stato poi molto piacevole e divertente.
Scendere al sud da Manchester e' stato un piccolo shock culturale. Dove sono le case rosse? e come mai sono tutti bianchi qui? e questi colori pastello nel paesaggio cosa c'entrano con l'Inghilterra? All'inizio mi sembrava di aver varcato il confine di un altro stato, poi a pensarci meglio le differenze tra Manchester e Brighton sono un nulla rispetto a quelle tra Treviso e Caltanissetta. Quello che cambia veramente e' la pioggia. A Brighton piove non molte volte, ma quando viene e' pioggia vera (quasi continentale). A Manchester invece la pioggia e' qualcosa di metafisico, piu' una condizione dell'anima che qualcosa di materiale. Comunque, come si puo' intuire non l'ho scampata neanche questa volta e sabato sera ero bagnato come un pulcino (anche perche' ricordo il mio ultimo ombrello giace tuttora in qualche discarica del Lake District e non e' stato rimpiazzato).
Al ritorno, ho avuto il tempo di farmi una passeggiata di un paio di ore per Londra in attesa dell'autobus che mi riportava a Manchester. Da Victoria Station fino a Buckingam Palace (purtroppo la regina non era in casa, o almeno ha fatto finta di non esserlo) e alla riva del Tamigi, il tutto con una temperatura piu' che mite e un sole tiepido, mi sentivo Hugh Grant in uno dei suoi mille film ambientati a Londra quando non piove (cioe' praticamente tutti a parte '4 matrimoni e un funerale' dove invece piove). Mi sono pero' scoperto stranamente nazionalista manchunian e ho guardato con disprezzo questa eleganza aristocratica londinese e i suoi colori miti, rimpiangendo la disumanita' alienante di Manchester. Probabilmente mi sto affezionando alla citta'. La mia indifferenza per la gioventu' inglese continua invece a crescere inesorabile.
5 Comments:
"La mia indifferenza per la gioventu' inglese continua invece a crescere inesorabile"
Sei tremendo..quasi draconiano:-)
E' la verita'.
Credimi: con la gioventu' svedese ti troverai meglio. Ma parlano una lingua fastidiosissima.
Comprendo la tua ansia per quanto riguarda la lingua scandinava..ma tu mi insegni che alla fine non è necessario comprenderla per tapparsi una svedese :-)
La lingua non è importante...penste che una volta sonon stato con una siciliana...
é una serata dura...perdonate le zampe da elefante
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